Allarme in Belgio per una fuga radioattiva verificatasi in un istituto che produce radioisotopi per uso medico a Fleurus, localita' ad una cinquantina di chilometri a sud di Bruxelles, nella zona di Charleroi. L'incidente risale allo scorso fine settimana, ma solo oggi le autorita' competenti hanno deciso di avvertire la popolazione.Insieme agli avvisi ai cittadini che vivono nell'area, l'Agenzia belga per il controllo nucleare gia' nella tarda serata di ieri aveva informato la Commissione europea delle misure prese, cosi' come previsto a livello Ue dal sistema di allerta rapida Ecurie.
In un primo momento, il 26 agosto scorso, l'incidente era stato classificato al livello 3 (guasto grave) della scala internazionale Ines, che comprende 7 livelli. Solo ieri sera l'Agenzia belga per il controllo nucleare ha optato pero' per misure di protezione piu' stringenti, dopo aver analizzato alcuni campioni di erba. A questo punto e' partita la comunicazione anche all'esecutivo Ue e di conseguenza a tutti gli altri Stati membri.
Stamani e' stata infine avvertita la popolazione che vive nella zona, un'area a forte immigrazione di italiani. Per le vie della cittadina di Fleurus - circa 20 mila abitanti -, per iniziativa del sindaco, auto della polizia con altoparlanti hanno diffuso appelli alla prudenza, raccomandando agli abitanti, che vivono entro un raggio di 5 chilometri dal luogo dove e' avvenuta la fuga, di non consumare la frutta e la verdura dei loro giardini, ne' di bere l'acqua piovana o il latte delle loro fattorie fino ad un nuovo ordine. Gli ambientalisti hanno criticato l'intervento tardivo del governo, le autorita' del Belgio si sono affrettate a spiegare che le misure sono state prese soprattutto a scopo precauzionale.
Ad avviso di Greenpeace, le autorita' avrebbero pero' sottostimato il rischio che l'iodio radioattivo puo' provocare nei bambini che "sono 22 volte superiori rispetto a quelli a cui sono sottoposti gli adulti in caso di ingestione".
da http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=85313
domenica 31 agosto 2008
Belgio, incidente alla centrale nucleare, contaminati latte e verdure
domenica 17 agosto 2008
sabato 16 agosto 2008
Si può fare, non si può fare.
venerdì 15 agosto 2008
Giochi senza pace
Giochi senza pace
Era già accaduto che una guerra non si fermasse per l’Olimpiade. Mai però che cominciasse in concomitanza con la cerimonia inaugurale. E’ un altro record stabilito dall’umanità: i russi che invadono l’Ossezia nelle stesse ore in cui i loro atleti sfilano a Pechino sotto lo sguardo benedicente di un Putin in maniche di camicia che si dichiara molto preoccupato: non per i morti, ma per gli arbitraggi. Se Pindaro fosse vivo, morirebbe di crepacuore.Ivivi, molti dei quali non sanno chi sia Pindaro, continuano invece tranquillamente a campare, come se «questo» sport e la violenza potessero coesistere benissimo e addirittura procedere appaiati. Difficile dar loro torto. L’idea che l’Olimpiade degli antichi fosse un rito sacro che sanciva la sospensione di ogni conflitto armato è qualcosa di suggestivo che poteva emozionare giusto i lirici greci. Eppure anche l’Olimpiade moderna di De Coubertin era nata con un’anima: retorica finché si vuole, ma reale. Pace, giovinezza, lealtà, fratellanza, solidarietà. Parole oggi quasi grottesche, se applicate all’Esibizione Mondiale del Muscolo Gonfiato. Diventa patetico, lo ammetto, scandalizzarsi per il mancato rispetto che in Ossezia hanno manifestato nei confronti di un evento che non ne merita più alcuno, spolpato com’è di qualsiasi dimensione spirituale.Durante la guerra fredda le grandi potenze usarono l’arma del boicottaggio per svilire l’Olimpiade organizzata dall’avversario. Nel 1996 l’edizione del centenario venne assegnata ad Atlanta anziché alla Grecia, come sarebbe stato ovvio, per accontentare una nota marca di bibite che comincia per Coca e finisce per Cola. E già dalla metà degli Anni Ottanta gli atleti avevano cominciato a doparsi in modo scientifico: fino alla realtà attuale, venti bombati estromessi dai Giochi ancor prima che si cominci e chissà quanti altri regolarmente in gara, anche se prodighi nel rilasciare commenti scandalizzati contro i colleghi beccati con le mani nel sacco. Da rito della fratellanza, l’Olimpiade è diventata trionfo della volontà di potenza: del Paese organizzatore che vuole mostrare al mondo quanto sia bravo e quanto sia bullo, degli sponsor che tutto possono e muovono, degli atleti che sono disposti a qualsiasi compromesso morale e farmacologico pur di dare un valore economico ai sacrifici compiuti in tanti anni di allenamenti feroci.Il nuovo spirito olimpico è stato colto alla perfezione dalla cerimonia inaugurale di Pechino. Bella senz’anima. Stupefacente ma poco emozionante. Potente ma piatta. Epica nelle scene di massa ma totalmente priva di quel linguaggio muto di simboli e miti che ogni cerimonia inaugurale - a Mosca come a Barcellona, a Sydney come a Torino - aveva tramandato. In un contesto simile è probabile che gli eserciti d’Ossezia non si siano proprio posti il problema di un accavallamento del calendario. Ed è difficile fare la morale a loro quando non si riesce più a farla nemmeno a noi, che da domani ricominceremo a lucidare la trappola del tifo nazionalista per appassionarci alla medaglia di bronzo di qualche compatriota che dal giorno dopo ricominceremo serenamente a ignorare.
Di Massimo Gramellini
Eppure io le Olimpiadi le sto seguendo e mi appassionano...
Le prostitute non sono “spazzatura” da rimuovere per “ripulire” le strade
Sicurezza e vigili.
I vigili si devono occupare del traffico e basta!
La forze dell'ordine devono essere accuratamente formate per poter svolgere correttamente il loro lavoro e mi sembra che gli esempi in negativo ormai non si possano più annoverare. L'ultimo è quello della terribile foto apparsa sulla Repubblica (e non solo), che non voglio riportare perché da una parte, mi sembra di sfruttare l'immagine di dolore senza averne rispetto, dall'altra però è un immagine che permette una denuncia. E' difficile non varcare il confine del sensazionalismo, ma ci provo.
Riassumendo: operazione della Polizia Municipale di Parma per "ripulire" un po' le strade con giornalisti al seguito. 1 cliente e 2 le prostitute che vengono fermate una di queste fa resistenza viene portata al comando dei vigili. Comando dotato di una cella imbottita...e dove viene scattata la foto (ed il cliente?)
Provate voi ad arrivare da chissà quale paese, picchiata, violentata, derubata della propria identità (furto di documenti da parte dello sfruttatore e culturale) maltrattata da clienti, senza familiari (che spesso sono il mezzo di ricatto) ed essere accondiscendenti quando ti "chiedono" di andare in caserma...Io non lo sarei.
E poi non si può neanche, in extremis, dire il fine giustifica i mezzi perché la prostituzione non è reato, la ragazza è stata rilasciata e chissà dove sarà corsa? A denunciare il suo sfruttatore o nelle braccia di quest'ultimo visto il trattamento riservatole dalla Polizia Municipale?!
Bisogna anche ammettere però che ci sono reparti delle forze dell'ordine che lavorano per estirpare la piaga dello sfruttamento della prostituzione in collaborazione con diverse associazioni e che è un lavoro lungo e particolarmente difficile...
Questi sono i benefici della tolleranza zero che tutti si sentano autorizzati ad essere degli "sceriffi" che non si distinguano più gli oppressi dagli oppressori e che si veda il male ovunque.
Altra considerazione è : quando si farà una legge che regolamenti il fenomeno della prostituzione togliendo una fetta considerevole di mercato (cavoli sto parlando di persone!) alle organizzazioni criminali?!
E' servita questa foto?
domenica 3 agosto 2008
L'arte è stupore
Una di queste ritrae un'opera dell'artista Antony Gormley sulla spiaggia di Liverpool dove l'artista ha piazzato centi figure umane di ghisa a grandezza naturale rivolte verso l'orizzonte e vanno a formare la scultura dal nome Another Place.
Grande importanza viene data dall'artista alla figura umana interpretata come "luogo della trasformazione e della memoria"
1.524
1.524 E' il prezzo per un litro di benzina al 21 luglio 2008. Ma oltre alle guerre economiche tra petrolieri a chi vanno i nostri soldi del pieno?
Euro 0,706 a produttori e gestori. Il prodotto grezzo costa 0,506 poi ci sono il trasporto alla raffineria 0.09 la raffinazione 0.03, il trasporto al distributore 0.04 e la trattenuta dei gestori 0.04
46%
Euro 0.564 allo Stato (ACCISA). L'accisa è una tassa fissa composta da dieci contributi, per: la guerra di Abissinia del '35, la crisi di Suez del '56, il disastro del Vajont del '63,l'alluvione di Firenze del '66, i terremoti del Belice del '68, del Friuli del '76 e dell'Irpinia del '80, le missioni in Libano del'83 e in Bosnia del '89, e il rinnovo contrattuale degli autoferrotranvieri del 2004.
37%
Euro 0.254 allo Stato (Iva). L'Iva, variabile, è pari al 20 della somma di accisa e prezzo industriale. Più della metà del costo di un litro di benzina, cioè l'Iva e accisa messe insieme, va allo stato.
17%
Di economia e giochi al rialzo non capisco veramente nulla, appena capisco il meccanismo dell'inflazione, certo è che siamo spremuti da tutte le parti insomma credo che citare (ed ancora sovvenzionare?!) ancora la guerra di Etiopia o la crisi di Suez sia umiliante per i contribuenti!