mercoledì 25 marzo 2009

BERLUSCOCRAZIA

Berluscocrazia

di Carlo Cornaglia

Nell’Italia infatuata
la democrazia è malata,
versa in gravi condizioni:
soffre il mal di Berlusconi,

malattia senza speranza.
Sta rinchiusa in una stanza,
encefalogramma piatto,
con dei medici d’accatto

che fan finta di curarla,
ma non vogliono salvarla.
Quindici anni fa iniziò
questo mal che peggiorò

lentamente d’anno in anno.
Partì piccolo malanno ma,
all’inizio trascurato,
s’è col tempo trasformato

in mortale malattia.
Han sbagliato terapia
molti medici incapaci
con rimedi inefficaci,

con placebo e palliativi
senza effetti curativi,
fra riprese molto brevi
con effimeri sollievi

e pesanti ricadute
e pian piano la salute
non c’è più, è andata via.
Muore la democrazia

Senza solidarietà,
senza scuola che, in realtà,
si è soltanto trasformata:
era pubblica, è privata…

ma col voto di condotta.
La Giustizia malridotta
grazie ad Angelino Alfano
che per conto del caimano

la va destabilizzando.
Senza quel poter nefando
ch’è in democrazia la stampa
al qual del caiman

la zampa vuole mettere il bavaglo.
Con l’ambiente a repentaglio
fra cascate di cemento
e condoni in movimento.

Con le ronde per le strade,
le brutal verdi masnade
alla caccia d’immigrati.
Con i tanti licenziati

oramai senza palanche.
Coi prefetti nelle banche,
con l’angoscia per Brunetta,
di peggior cosa ci aspetta?

Zittir Camera e Senato.
Gravemente è già malato
l’italiano Parlamento
nel qual siedono al momentoi fedeli,

non gli eletti,
un migliaio di schiavetti
scelti certo non da noi,
un costoso parco buoi

cui difetta sì il coraggio
ma non un sano foraggio.
Verdi, azzurri, rossi, neri
han votato fino a ieri?

Da domani andranno al mare,
la fatica di votare toccherà solo ai mandriani
e in un prossimo domania
altre semplificazioni,

voterà sol Berlusconi.
Gli italiani che faranno?
Come sempre: applaudiranno.
Grave assai è la malattia

quando la democrazia
lascia spazio a un dittatore:
è la libertà che muore.

(14 marzo 2009)

Tratto da Micromega

martedì 24 marzo 2009

VALORE

Forse sarà per il lavoro che faccio, ma sempre più spesso mi ritrovo a chiedermi quali sono i valori che ci accomunano e se ci sono.
Quando sei adolescente sei un estremista o aderisci totalmente ai grandi ideali oppure sei totalmente noncurante vivi e fai quello che ti piace senza porti troppe domande, ma poi si cresce gli ideali a volte si affievoliscono e la noncuranza continua...
A volte però si pensa.Si cercano risposte concrete anche nell'astrattezza dei "valori".
Amo le cose che sono immediate alla comprensione della gente, e questa poesia lo è.
Da senza fede, quale sono, l'ipotesi di un creatore non mi tocca.

Valore, di Erri De Luca



Considero valore ogni forma di vita, la neve, la
fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale,
l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi
non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi vale ancora
poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo,
accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza
ricordare di che .
Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

sabato 21 marzo 2009

RITORNO!!!

Sto per tornare, dopo questo lungo periodo di lontananza dal mio blog il solito amico, di cui parlo nel "Perché un mio blog...", mi ha mandato un messaggio per richiamarmi all'ordine ed ha pienamente ragione!!
A volte capita di perdere un po' la voglia di continuare a divulgare le proprie idee, ci si fa sopraffare dal tedio, dalla semplice e pura pigrizia ed anche da un po' di disillusione, mai però smettere di discutere e di sostenere le proprie opinioni...
Scrivere ed urlare ancora per far sentire una piccola ma acutissima voce!
Vi